Commemorazione Giovanni Santangelo (1947-2018)

Assemblée générale 2018 de l’Association Italiques,
vendredi 22 février 2019

 

Giovanni Saverio – all’anagrafe, ma per tutti semplicemente Giovanni – nasce nell’agosto del 1947 a Castelvetrano (TP). Figlio di Giorgio, noto italianista dell’Ateneo palermitano, cresce in una casa in cui il numero di libri sopravanzava di gran lunga i metri lineari di scaffali capaci di accoglierli: il suo destino sembra dunque già tracciato.
Intraprende gli studi in “Lingue e Letterature straniere moderne (indirizzo europeo)” presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo e dopo il primo anno di corso, vuoi per amore di libertà, vuoi per sottrarsi dall’ingombrante ombra della prestigiosa figura del padre, docente di quella stessa Facoltà, che gli faceva temere di poter essere considerato soltanto come il ‘figlio di’, decide di trasferirsi e di proseguire gli studi presso l’Ateneo fiorentino. Nel 1970 si laurea a Palermo. Dal 1971 al 1977 è Professore incaricato di Lingua e Letteratura francese presso la Facoltà di Magistero di Arezzo (Ateneo senese). Dall’anno successivo rientra definitivamente a Palermo dove dal 1980 è Professore Associato e dal 1987 Professore Ordinario assumendo contestualmente, per affidamento, anche l’insegnamento di Letterature comparate, disciplina nella quale nel 2007, chiede ed ottiene il passaggio e nella quale ha continuato ad assicurare
l’insegnamento fino alla fine della sua carriera.

Il suo impegno di ricercatore lo ha visto privilegiare, in particolar modo, il Seicento francese e le sue polemiche ideo-letterarie (gli studi su La Querelle des Anciens et des Modernes nella critica del ‘900 (Adriatica, Bari 1975) e quelli su Anne Dacier, che condussero al volume Madame Dacier, una filologa nella crisi: 1672-1720 (Bulzoni, Roma 1984) opere rimaste di riferimento per l’approfondita esplorazione di un periodo cruciale della storia letteraria. Fra gli altri interessi scientifici la fortuna del
Machiavelli in Francia; la scrittura dell’Utopia fra Sei e Settecento; l’opera di Marivaux; alcuni autori dell’Ottocento francese (Lamartine e Dumas); la letteratura ‘garibaldina’ francese; i rapporti fra la cultura francese e quella italiana e, in special modo, quella siciliana; l’opera di Emmanuel Roblès; di Lanza del Vasto; di Henry Bauchau (si ricordi la sua traduzione del Gengis Khan); alcuni altri autori del Novecento francese (Camus, Giraudoux, Vailland, Clavel); la letteratura maghrebina di espressione francese; la scrittura delle migrazioni; la Guerra nella Letteratura; la Letteratura del Colonialismo italiano.

Responsabile di numerosi progetti di ricerca, è stato socio di alcune istituzioni accademiche italiane e di diverse Società di studi internazionali. Fra i numerosi altri impegni, è stato componente dei Comitati Scientifici di alcune prestigiose riviste e di collane editoriali. Nel corso della sua carriera accademica, però, egli ha versato il suo impegno non solo in qualità di docente e di ricercatore ma assumendo, via via, numerosi ruoli amministrativi a favore dell’Istituzione culminati dal novembre del 1999 all’ottobre del 2008 nel ruolo di Prorettore Vicario dell’Ateneo di Palermo. Fra gli altri impegni assunti è stato, inoltre, Presidente dell’IRRSAE-Sicilia; della Classe di Lettere dell’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Palermo; Vice-presidente dell’Istituto Gramsci Siciliano; componente del Consiglio Direttivo e, successivamente, Vice-presidente del Consiglio Scientifico del CIDMA (Centro Internazionale di
Documentazione sulle mafie e del movimento antimafia); componente della Giunta di Presidenza e, successivamente, componente del Collegio dei probiviri del Seminario di Filologia Francese; direttore del Dottorato di ricerca in Francesistica e molto altro ancora. Coerentemente con gli interessi francofoni, Giovanni Santangelo fu in particolare molto attivo in qualità di Delegato per la Comunità delle Università Mediterranee e dell’Université Euro-Arabe Itinerante. Ciò gli valse da parte del governo irakeno, il “Diplôme d’Honneur” dell’Università di Baghdad (1989), cui si aggiunsero il “Premio Calabria” per la Critica letteraria
 (1998) e l’onorificenza di “Commandeur dans l’Ordre des Palmes Académiques” (2006).

Palermo, Palazzo Steri Chiaramonte, 2000 : Giovanni Santangelo, Giuseppe Silvestri, Paolo Carile, Vincenzo Consolo © Photo Italiques.

Socio fin dalla sua istituzione di “Italiques” ne è stato componente del Consiglio di Amministrazione e in qualità di responsabile della sede di rappresentanza
dell’Association presso l’Ateneo palermitano ha organizzato i convegni internazionali: Palermo-Paris/Parigi-Palerme. Due capitali culturali fra il Settecento e il Duemila (Palermo, 9-11 novembre 2000); Scritture delle migrazioni: passaggi e ospitalita / Écritures des migrations : passages et hospitalités (Palermo, 9 e 10 dicembre 2005); L’isola come metafora: trasferimenti e scambi nello spazio mediterraneo / LÎle comme métaphore : transferts et échanges dans l’espace méditerranéen (Palermo, 5 e 6 giugno 2008); nonché le sei successive edizioni del Seminario annuale “Scritture Migranti”, organizzati presso l’Ateneo palermitano in collaborazione con le Associazioni studentesche, l’antropologo Ignazio Buttitta e il medico e scrittore Kossi Komla-Ebri. Dei Convegni di “Italiques” sono stati pubblicati presso le edizioni Palumbo, all’interno della collana appositamente creata “Bibliothèque d’Italiques” i volumi degli Atti.

Giovanni, uomo dal carattere volitivo, mai a corto di parole e poco ottimista per natura, ha avuto il privilegio di vivere per molti anni un’altra Università: l’Università dei grandi intellettuali e dei nomi di quegli studiosi che per i più giovani continuano a costituire, ancora oggi, ineludibili punti di riferimento; l’Università del confronto, delle battaglie a sostegno delle idee, degli organi collegiali aperti; l’Università degli insegnamenti di grande respiro; dei corsi ricchi, non scanditi dai numeri e crediti formativi e dalle asfittiche ore da dedicare alla didattica. Ma si trattava anche di un altro Mondo: quello in cui gli studi umanistici erano considerati le fondamenta del pensiero ermeneutico di ogni sapere; in cui la Ricerca, anche quella di base, era ritenuta un valore e il motore primo di ogni progresso ed evoluzione economica. Poi su tutto ciò è calato il sipario. All’Università è stato imposto di somigliare sempre più ad un’azienda
e di entrare nella logica del profitto. Al fine di interpretare al meglio questa nuova ed impropria ‘missione’, è stato adottato persino il registro linguistico dell’economia: prodotti, crediti, soglie, indici e indicatori, merito e valutazione: della vecchia Istituzione non restarono che un mucchio di sfabbricidi. Con lui se ne è andato ancora un pezzetto di quella Accademia che ormai non c’è più.

Caro Giovanni, accogli l’abbraccio dei tuoi amici di “Italiques”.

Laura Restuccia

« E’ morto il prof Santangelo, insegnò Lingua e Letteratura francese all’università »,  Palermo Today, 15 novembre 2018

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